Luoghi, figure, gesti di una civiltā del paesaggio
Scandinavia Luoghi, figure, gesti di una civiltà del paesaggio
a cura di Domenico Luciani e Luigi Latini con una intervista/postfazione di Sven-Ingvar Andersson Fondazione Benetton Studi Ricerche-Canova Treviso 1998
292 pagine 130 illustrazioni a colori e 256 in bianco e nero prezzo di copertina 43,90 euro
ISBN 88-8706-117-3 (collana Memorie, 5)
In questo mundus alter, di tradizione religiosa cristiana protestante, di tradizione politica riformista socialdemocratica, il senso della natura intride di sé comportamenti e idee, etica e creatività, concezione del mondo e financo visione religiosa del destino individuale. La gestione dello spazio fisico si svolge qui a partire dal presupposto secondo il quale ogni azione che introduca modificazioni deve tendere verso il bene della comunità, verso il punto d’incontro il più elevato possibile (compatibile) tra esigenze sempre contraddittorie, spesso conflittuali, qualche volta inconciliabili: l’equilibrio dell’ambiente naturale; la forma del paesaggio; le funzioni dell’insediamento umano. È questo, nel mondo scandinavo, il presupposto del dialogo tra le intenzioni della committenza (pubblica) e le attitudini scientifiche, tecniche e artistiche, in un comune impegno verso la società, in una comune propensione “funzionalista” che lavora sulla realtà per modificarla e migliorarla, non per contemplarla o per travolgerla. Nascono così le ragioni culturali e politiche di ciò che possiamo definire “paesaggismo”, un’area disciplinare, creativa e operativa con connotati riconoscibili, autonomi dall’architettura, dall’urbanistica, dalle scienze e tecniche della natura che pure conosce e coinvolge. Il volume dà conto delle diverse generazioni del paesaggismo scandinavo, da Carl Theodor Sørensen a Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz, da Sven-Ingvar Andersson fino a Steen Høyer e ai suoi coetanei. Abbiamo riunito diversi punti di vista nel tentativo di raccogliere idee, arti, percorsi formativi, professioni, norme che regolano il paesaggismo scandinavo. E abbiamo cercato di raccogliere (Materiali da un viaggio) le riflessioni di chi ha visto quei luoghi da forestiero. La Scandinavia ci fa prendere atto dell’esistenza stessa del paesaggismo, e ci permette di capirne l’autonomia scientifica, artistica e operativa. Emerge, un metodo, una vera e propria tradizione nordica del disegno e del governo del paesaggio, che ha saputo assumere, aggiornandole, percezioni profonde, stati d’animo radicati che costituiscono elementi di identità storica di intere popolazioni. Lontano dal suggerire il fascino ambiguo dei modelli, la vicenda scandinava mostra come una intera scuola abbia attraversato la modernità cercando di non perdere il filo della memoria, con l’ambizione per continuare a sperimentare e a osare, spesso col talento per riuscire, invenzioni che diano forma, nello spazio aperto, ai tratti fisionomici della propria civilizzazione. Il volume ha raccolto una selezione di materiali, riflessioni e approfondimenti successivi, maturati in occasione del quinto corso sul governo del paesaggio e del giardino (20 agosto-3 settembre 1994), che la Fondazione ha dedicato a “luoghi del paesaggio e del paesaggismo scandinavo”. I curatori di Scandinavia, Domenico Luciani e Luigi Latini, sono risultati vincitori della sesta edizione (luglio 1998) del Premio Giardini Botanici Hanbury (iniziativa promossa dal Premio Grinzane Cavour) per “un libro che fa conoscere l’innovativo movimento di pensiero e la ricca attività progettuale sul paesaggio e sul giardino del mondo scandinavo, ancora poco nota alla nostra cultura italiana...”.
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