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la Fondazione per

Kongenshus Mindepark

Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
quindicesima edizione, 2004


E il mantenimento di un paesaggio di brughiera entra così nella sfera delle responsabilità; diviene chiaro che senza adeguato governo, senza fuoco e pascolo, la brughiera tornerebbe foresta.
Appare il legame indissolubile tra il luogo, la sua forma, la sua vita, e la comunità che ne è responsabile; Kongenshus sarà brughiera solo finché le strutture pubbliche lo vorranno e lo garantiranno.
Nella moderna visione del paesaggismo elaborata da Sørensen, Kongenshus, in quanto natura storica, è un luogo disponibile a ulteriori modificazioni. Così, tra il 1945 e il 1953, anno della inaugurazione alla presenza dei reali danesi, Kongenshus diviene Kongenshus Mindepark. Dopo aver opportunamente superato soluzioni monumentalistiche, dopo l’ipotesi di formazione di una radura in un arboretum artificiale, rinvio analogico alla fase della foresta, lunghi sopraluoghi silenziosi lo accompagnano verso la soluzione. Sørensen trova, e vi concentra la propria energia inventiva, le piccole incisioni prodotte nel terreno dalle acque di scioglimento del ghiacciaio, solchi lunghi da uno a pochi chilometri che discendono fino a circa 15 metri sotto il livello di campagna, quanto basta a mutare completamente la percezione dell’orizzonte e a condurre, tra due rive violacee di erica, a un dialogo diretto con la luce tersa di un cielo pulito dal vento della brughiera.
Una di queste piccole incisioni diviene Herredsdal (valle dei massi) o Mindedal (valle della memoria). Lungo la discesa, a intervalli regolari di 20 metri, sono posti trentanove massi istoriati e iscritti con riferimenti alla storia della bonifica, e, alla fine, settanta pietre incise con nomi e frasi celebrative conterminano uno spazio ellittico attorno al quale si riuniscono ogni anno migliaia di persone per ricordare coloro che hanno abitato la brughiera e coloro che con ogni mezzo hanno lavorato per bonificarla e farne terreno agricolo e foresta. Altri sassi sono appoggiati al suolo in vari punti della discesa e del piazzale, e tutti insieme rinviano a siti del mondo vichingo arcaico e narrano di una topografia e di una storia che precede la brughiera, e perfino la foresta. La distesa di erica non perde il suo fascino, ma appare, nella trama di questa narrazione, anche come risultato di un abuso dell’uomo sulla terra fertile. Diventa forse ancora più bella, perché in fondo anch’essa ci appare artificio fragile e provvisorio.
Sørensen e Skovgaard definiscono il luogo della memoria per mezzo della memoria del luogo. Nasce così un capo d’opera della “moderna tradizione nordica dell’arte del paesaggio”.
Il gesto compiuto a Kongenshus con una modificazione minimale eppure capace di stupefacente intensità, si fa carico di un disvelamento critico dei segni e dei significati convocati, e dunque offre un caso di quella mirabile e rara commistione di sensualità e di simbolismo, di emozione e di intelligenza, che è l’essenza stessa dell’arte.
Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2004. Da sinistra: Lionello Puppi, Tobia Scarpa, Domenico Luciani, Sven-Ingvar Andersson, Annemarie Lund, Ove Kloch, Ippolito Pizzetti, Monique Mosser, Sonja Poll, Carmen Añón.

 

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cerimonia di premiazione

sabato 8 maggio 2004
Treviso, sede della Fondazione 


Il sigillo di Carlo Scarpa è stato consegnato a Ove Kloch, presidente della Hedeselskab (Società della brughiera). 
Ha partecipato Sonja Poll, figlia di Carl Theodor Sørensen. 
Erano presenti i componenti la giuria, Sven-Ingvar Andersson, Carmen Añón, Domenico Luciani, Monique Mosser, Ippolito Pizzetti, Lionello Puppi, che hanno dato conto dell’unanime motivazione.

iniziative collegate

lunedì 10 maggio 2004
Copenaghen, Facoltà di agraria

Natura - Scienza - Arte
convegno pubblico in occasione dell’assegnazione del Premio Internazionale Carlo Scarpa al Kongenshus Mindepark.

pubblicazione

Kongenshus Mindepark, dossier 2004

 
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Kongenshus Mindepark, premio Carlo Scarpa 2004

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