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la Fondazione per

Skrúður, Núpur

Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
XXIV edizione, 2013


Motivazione della giuria

Skrúður (Skrudur) è un orto riposto sulla riva di uno dei fiordi che solcano la regione nord-occidentale dell’Islanda, a pochi chilometri dal circolo polare artico. Adagiato su un declivio che guarda a sud-ovest verso la lingua d’acqua del Dýrafjörður, è circondato alle spalle dalla cortina solenne di montagne dai fianchi mossi dall’erosione glaciale e a valle da un terreno brullo che digrada verso la riva del fiordo.
 Con la scuola, la chiesa e la fattoria di Núpur compone un luogo nel quale una comunità ha avviato all’inizio del xx secolo un progetto che in questa terra si presenta come sfida a condizioni ambientali estreme e a pressanti istanze di miglioramento della condizione umana: coltivare la terra e avere cura di un processo indirizzato alla conoscenza, all’educazione e all’elevazione sociale. Inaugurato nel 1909, l’orto-giardino nasce dalle mani del pastore protestante Sigtryggur Guðlaugsson (1862-1959), che pochi anni prima, insieme al fratello Kristinn, qui aveva gettato le basi di un programma scolastico volto al riscatto da condizioni agricole arretrate, ispirato alle idee del pastore danese Nikolai Frederik Severin Grundtvig (1783-1872), diffuse anche in Islanda. È infatti nel solco dell’intensa attività di questa figura di pedagogo già incontrata a Kongenshus Mindepark, luogo danese al quale è dedicato il Premio Carlo Scarpa 2004, che si radica, soprattutto nel mondo contadino, una coscienza del paesaggio ispirata all’elevazione sociale e al sentimento nazionale.
Le modalità con le quali si costruisce e vive quest’orto sono quelle consuete all’operare in condizioni di particolare asperità climatica: tracciare un perimetro, dissodare il suolo ed elevare un recinto di protezione, educare e convogliare in questo piccolo mondo elementi utili (terra, acqua, piante) che al di là di questo fragile confine verrebbero travolti dalle forze della natura. Gli strumenti sono quelli di un esperimento coraggioso, che rinnova ostinatamente i suoi gesti e si spinge in un mondo avverso con la forza di un progetto educativo che parte dalla coltivazione, di piante e di giovani contadini.
La figura semplice di questo recinto esprime in forma limpida un gesto di civiltà che, con la misura astratta della sua figura, ci segnala la presenza di un mondo, l’Islanda, nel quale la natura assume una forza assoluta: nello spazio dove si manifesta con forme di straordinaria potenza, nel tempo attraverso il quale le stesse forme cambiano incessantemente.
In una terra dell’estremo nord, forgiata da rivolgimenti tumultuosi e da vaste manifestazioni della natura, imbattersi in un recinto esile, introvabile, sopravvissuto a più di un secolo di storia, può sembrare il gesto di affezione di chi, partito per un paese lontano, cerca ancora di riconoscersi, nonostante tutto, nell’immagine familiare di un giardino che richiama la propria storia, le proprie coordinate di partenza.
Il recinto di Skrúður, infatti, presenta in forme rudimentali e incerte, molti richiami a un ordine che appartiene al giardino tradizionale. Ma il principio in virtù del quale esso s’insedia è assai più forte dei modesti mezzi espressivi con i quali si manifesta al suo interno.
Skrúður è in sé un presidio e un crogiuolo: il suo recinto descrive una condizione che cerca un punto di contatto tra due mondi, quello della confidenza e della fiducia nel coltivare la terra, e quello dello sguardo cosciente sulla vastità di luoghi che accompagnano la stessa esperienza umana.
La figura netta dell’orto di Skrúður appare e si perde in un ambiente e in una cultura che sviluppa forme dell’abitare oscillanti tra il radicamento nella terra, con le tradizionali costruzioni di torba e pietra, e un’architettura che evolve all’insegna di una condizione incerta dovuta alla scarsità di materiali. Come il legno, ricavato dai tronchi che approdano sulle rive, portati da correnti marine che da oriente vanno verso occidente lungo il circolo polare artico. Le forme adottate sono soggette a una costante provvisorietà, a pratiche di insediamento che si misurano con la natura di una terra in costante cambiamento. La terra, il fuoco, l’acqua nel corso delle continue eruzioni sconvolgono il volto del territorio, ne ridisegnano i confini e perfino gli orizzonti, quando il cielo ne trasporta lontano la massa delle scorie.

 

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iniziative pubbliche

24 febbraio - 13 aprile 2014

Skrúður, Núpur

mostra di documenti e immagini

Liceo Duca degli Abruzzi, Treviso

venerdì 10 maggio 2013 ore 18

conferenza sul paesaggio islandese e inaugurazione pubblica della mostra

Treviso, spazi Bomben

 

sabato 11 maggio 2013 ore 9.30

seminario sul luogo designato

Treviso, spazi Bomben

 

sabato 11 maggio 2013 ore 17

cerimonia di consegna del Premio Carlo Scarpa 2013

Teatro Comunale di Treviso

 

domenica 12 maggio 2013 ore 18

incontro/concerto di musica islandese

Treviso, spazi Bomben

 

programma completo

pubblicazione

Skrúður, Núpur

dossier 2013

 
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Skrúður, Núpur, Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2013

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