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la Fondazione per

I Giardini del Castello di Praga

Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
tredicesima edizione, 2002


Vi è qui il risultato della non facile decisione di stabilire nel castello l’ufficio della presidenza, trasformando la sede del vecchio autoritarismo in una casa dell’autorevolezza democratica, con un linguaggio che trasforma i segni delle antiche e recenti subordinazioni in originali manifesti dell’indipendenza e rende così leggibile l’inedito carisma repubblicano.
La lungimiranza geopolitica e l’ampiezza della visione culturale fanno appello a un senso acuto della solida sobrietà e della lunga durata per ogni cosa da fare, per ogni misura da adoperare, per ogni proporzione da cercare; convocano insomma quei fondamenti dell’antico, quei parametri sempre indispensabili di utilitas, firmitas, venustas. Così, questi giardini voluti da Masaryk, disegnati e realizzati da Plecnik, con materiali e maestranze locali, arrivano a noi come una delle espressioni più alte dell’arte contemporanea europea.
Le idee e le opere racchiuse in questo luogo offrono la dimostrazione più evidente di come un linguaggio nettamente innovativo possa intervenire in una complessa stratificazione preesistente senza negarla, senza ferirla, e anzi rendendo più viva la testimonianza dell’antico, più comprensibile il valore della memoria.
La giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, facendo proprie le istanze avanzate autorevolmente, a partire dagli anni ottanta del secolo XX, di revisione del ruolo di Plecnik nella vicenda dell’architettura moderna, intende proporre una riflessione anche sulla posizione di questa figura nella storia dell’arte dei giardini, con riferimento, in particolare ma non solo, ai suoi grandi e piccoli capi d’opera praghesi.
Il dialogo tra il presidente e l’architetto non si esaurisce nei giardini realizzati intorno al castello. Intorno a due altri luoghi fuori città Masaryk accende infatti l’attenzione.
Acquisisce allo stato il vasto parco privato di Pruhonice nei sobborghi meridionali di Praga; in questa singolare e talentuosa collezione botanica, oggi affidata all’Accademia delle Scienze, il presidente, pur non trovando le condizioni per farne la sua residenza di campagna, può rafforzare il suo profondo rapporto con la natura. A Lány, invece, dove morirà e sarà sepolto, il presidente riprende il dialogo con Plecnik con risultati di particolare qualità e leggibilità. Le quasi impercettibili ma decisive risagomature del parterre dominicale o del profilo delle pietre angolari del castello, il fondale del laghetto con le colonne (e i cinque leoni che rappresentano le etnie di cui si compone la repubblica) tra le quali si intravvede il largo paesaggio della campagna, le passerelle, i minuscoli ponti, tutto è ispirato dal gusto di una speciale eloquente semplicità, ottenuta con l’arte della riduzione dei segni.
Infine, la giuria intende attirare l’attenzione della comunità degli studiosi e degli operatori nel campo della progettazione e della conservazione dei paesaggi e dei giardini, di tutti i cittadini attenti alle sorti del patrimonio culturale, sullo sforzo dei responsabili dell’Amministrazione del Castello teso a conservare e a rinnovare i giardini presi in carico dopo che erano passati non indenni attraverso le peripezie del secolo XX e regimi vari ma comunque antagonisti delle idee e delle opere riconducibili all’eredità di Tomás Garrigue Masaryk.
Attualmente i Giardini del Castello, nei quali si muove un alto numero di visitatori e nei quali, per quanto contenuta, non può sfuggire la presenza di funzioni connesse col turismo di massa, colpiscono per la capacità di ispirare rispetto e di ottenere comportamenti, che, nell’insieme, appaiono di adeguata correttezza. Il governo di questo luogo, così denso di natura e di memoria, così aperto amato e frequentato, appare dunque dotato di qualità e dignità. Assai viva è l’impressione di trovarsi di fronte a un caso nel quale la responsabilità appare pienamente sorretta da un ampio bagaglio di conoscenze storiche e scientifiche, con un imprescindibile riscontro nell’articolazione di uffici e nell’ordinamento di archivi che dispongono di un raro e consultabile patrimonio documentario. I responsabili dei Giardini del Castello di Praga costituiscono dunque, per tutti, un caso positivamente esemplare della volontà, chiara e pubblica, di salvaguardare, valorizzare e trasmettere queste cruciali testimonianze alle generazioni future.

 

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cerimonia di premiazione

sabato 11 maggio 2002
Treviso


Nel corso della cerimonia Zdenek Synácek e Zdenek Lukes hanno ritirato, per l’Amministrazione del Castello, Sezione giardini, il sigillo di Carlo Scarpa e l’assegno di sedicimila euro, portando una loro testimonianza. 
Domenico Luciani ha illustrato con diapositive il luogo premiato e la sua vicenda. 
Sven-Ingvar Andersson, Carmen Añón, Domenico Luciani, Monique Mosser, Ippolito Pizzetti, Lionello Puppi, componenti la giuria, erano presenti per dar conto dell’unanime motivazione.

pubblicazione

I Giardini del Castello di Praga,

dossier 2002

 
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I Giardini del Castello di Praga, premio Carlo Scarpa 2002


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