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la Fondazione per |
Dura Europos, Siria |
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Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino |
fotografia di Corrado Piccoli,
ottobre 2009 |
Motivazione della giuria
La Giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino ha deciso, all’unanimità, di dedicare la ventunesima edizione (2010) a Dura Europos, presso Salhiyé, sulla riva destra del corso medio dell’Eufrate, in Siria, a circa 90 chilometri sulla strada che da Dayr az-Zawr porta al ponte di Abu Kamal, odierno confine con l’Iraq.
È quanto resta di una città antica, per tre lati cinta da mura, con il quarto lato affacciato a oriente sul grande fiume da un dislivello di oltre 40 metri, uno scarto orografico che rende spettacolare la leggibilità simultanea della sottostante pianura alluvionale fertile fino all’orizzonte, e della poderosa struttura verticale dei rimparti drammaticamente in bilico. A nord e a sud, le mura seguono la linea frastagliata delle profonde incisioni del terreno scavate dalle acque che dall’altopiano steppico vanno al fiume. A occidente il muro è rettilineo, lungo quasi un chilometro, scandito da quattordici torri, aperto dalla “porta di Palmira”, dotata a sua volta di altre due torri maggiori.
Scoperto “per caso” da un reparto militare nel 1920, questo sito archeologico ha richiamato subito l’attenzione di eminenti studiosi europei e americani, e grazie a tre successive fasi di indagini, ha restituito uno dei più cospicui patrimoni di memoria sui molteplici momenti e aspetti della storia delle civiltà, delle arti, dei culti religiosi che si sono radicati nell’area mediorientale nell’arco di più di cinque secoli, dalla fine del IV a.C. alla metà del III d.C., in un territorio particolarmente permeabile agli incontri e agli scambi tra mondo mediterraneo e mondo asiatico.
Già dalla prima avventurosa campagna di scavi condotta da Franz Cumont (1868-1947) con intensità frenetica e con la partecipazione di interi reparti militari nel biennio 1922-1923, era emersa una mole impressionante di ritrovamenti e di interrogativi.
Nella seconda fase, con le campagne di scavi promosse nel decennio 1928-1937 dall’Università di Yale sotto la direzione di Mikhail Rostovtzeff (1870-1952), le scoperte si sono susseguite con sorprendente ricchezza, della quale i vari rapporti pubblicati danno conto puntuale, mentre i reperti venivano prelevati e trasportati: le pitture parietali della Sinagoga nel Museo Nazionale di Damasco; quelle della chiesa domestica cristiana, con altri circa tredicimila pezzi e un’ampia documentazione sui cantieri, nelle collezioni dell’Università di Yale; altri nel Museo del Louvre e nella Biblioteca Nazionale di Parigi; altri ancora nei Musei Siriani di Aleppo, Marat Ann Nu’Man e Dayr az-Zawr; mentre la corrispondenza di Franz Cumont è conservata a Roma nell’Academia Belgica.
La terza fase, iniziata nel 1986, è in corso, affidata a una missione franco-siriana coordinata da Pierre Leriche, con un archeologo della Direzione Generale delle Antichità e dei Musei della Repubblica Araba di Siria, attualmente Amir Alhaio, e con la collaborazione internazionale di vari specialisti. La missione lavora soprattutto a consolidare le degradate strutture delle mura e dei monumenti fondamentali, a rendere noti i risultati delle indagini, ad aggiornare le referenze filologiche e cronologiche, ad approfondire il quadro già particolarmente significativo delle conoscenze. Ciò che resta in situ dell’antica città costituisce dunque oggi un grande laboratorio internazionale di ricerca che coinvolge esperti di molte diverse discipline, storia e geografia, geologia e idrogeologia, storia delle città e delle mura, storia delle idee, dei culti, delle lingue e delle arti.
16 ottobre - 6 novembre 2011 mostra e incontri, Dolo (Venezia)
5 e 12 novembre 2010
sabato 8 maggio 2010 ore 10-13 seminario pubblico
24 aprile-27 giugno 2010 |
FONDAZIONE BENETTON STUDI RICERCHE
via Cornarotta 7-9, Treviso, Italy | c.f. 01236810261
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