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la Fondazione per |
I sentieri di Pikionis di fronte all’Acropoli di Atene |
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Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino |
Motivazione della giuria
La giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino ha deciso all’unanimità di dedicare la quattordicesima edizione ai sentieri di Pikionis di fronte all’Acropoli di Atene, la trama di passeggiate e di soste che si svolge fino alla base dei Propilei e, attraversando l’area di San Dimitrios Loumbardiaris, sale accanto alle mura antiche lungo il pendio del Colle delle Muse fino al belvedere del monumento a Filopappo.
Già immaginati negli anni trenta, disegnati e realizzati negli anni 1954-1957 dall’architetto greco Dimitris Pikionis (1887-1968), i sentieri costituiscono, con la grazia e l’intensità delle autentiche invenzioni alla scala di vasti spazi aperti, un capo d’opera dell’arte del paesaggio.
Ancora una volta, com’è accaduto nelle edizioni dedicate a luoghi connotati dagli interventi di Costantin Brancusi, di Carlo Scarpa e di Jose Plecnik, la giuria ha acceso l’attenzione su uno di quei rari casi di dialogo colto e lungimirante tra una figura di committente, il ministro Constantinos Karamanlis, e un grande maestro del Novecento; dialogo che ha determinato le condizioni per un gesto di alterità rispetto alle tensioni razionalistiche del moderno, ispirato alla conservazione di un “alfabeto primordiale” (Mircea Eliade) eppure, e proprio per questo, capace di radicale innovazione.
Nei suoi sentieri ateniesi, Pikionis ha dato forma a un luogo nel quale vive la sua idea di un’Armonia universale, di un pathos che mette in relazione tra loro tutte le cose del mondo, e di un Numero per misurarle, dominarle, trasmetterle, come aveva preannunciato, nel 1935, scrivendo Topografia estetica.
Così, i profili dell’Attica appaiono nella dimensione dilatata della città contemporanea, la penombra degli uliveti, nei quali i sentieri si annidano, dialoga con la luce stupefacente dell’Acropoli, e i piccoli sassi, i cocci di terracotta, le pietre antiche, tutti gli infiniti frammenti composti insieme, e i loro significati simbolici e mitologici, raccontano un unico “diario estetico incompiuto”, con un linguaggio arcaico e innovativo.
I punti più esposti non sfuggono a questo pathos unitario. Le superfici delle strade più larghe sono ripensate e risolte con la misura e la diretta posa in opera di ogni pietra e di ogni cassaforma del calcestruzzo, con il disegno di ogni dettaglio, fino alle più piccole scoline dell’acqua e ai fili d’erba al bordo degli uliveti.
L’ampliamento della chiesa di San Dimitrios Loumbardiaris e la contigua edificazione di un punto di ristoro (molto frequentato dagli ateniesi) offrono l’esempio, forse unico, di soluzione delle esigenze funzionali e dei servizi indispensabili in un sito archeologico aperto al pubblico, per mezzo di un’attitudine creativa che attinge, reinterpretandole, sia alla tradizione artigiana e artistica autoctona di lunga durata, sia a un alfabeto di segni e di oggetti che vengono dal lontano Giappone.
La profonda unitarietà dell’ispirazione, che arriva fino all’opera estrema del giardino di Filothei, si mostra nelle infinite declinazioni del lavoro del maestro, nei pensieri scritti di speciale densità, nel meraviglioso catalogo di disegni, nel corpus dei dipinti, nelle testimonianze dei collaboratori e dei familiari. In particolare la figlia, l’architetto Agni Pikionis, ha assunto il compito di custode della memoria e di responsabile dell’archivio paterno, e ha contribuito in modo decisivo a farne conoscere la figura e l’opera. È dunque a Lei che va consegnato il sigillo di Carlo Scarpa.
sabato 10 maggio 2003 Treviso
Nel corso della cerimonia pubblica Agni Pikionis ha ritirato il sigillo di Carlo Scarpa e Haris Kalligas ha tenuto il discorso ufficiale. |
esposizione Tra terra e cielo. I sentieri di Pikionis di fronte all’Acropoli di Atene, |
FONDAZIONE BENETTON STUDI RICERCHE
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