Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
diciottesima edizione, 2007
Mentre rinuncia alle interpretazioni simbologiche del monumentum che nella consuetudine viene chiamato “il fiore”, la giuria intende attirare l’attenzione sulle forze percepibili che entrano in campo nel vasto spazio e lungo il fiume, presenze, assenze, attese, sorprese, ricerche, rivelazioni, lontananze, vicinanze, suoni, silenzi. Alla qualità rara di una elaborazione di memoria sub specie paesaggistica contribuiscono, a Jasenovac, anche una esposizione museale, una raccolta documentaria e un centro educativo, ispirati da una tensione conoscitiva che va oltre la querelle sui numeri dei deportati e delle vittime nel periodo 1941-1945, durante il quale ha “funzionato” il campo di concentramento gestito dal regime ustascia di Ante Pavelic, capo del governo filonazista dello "Stato Indipendente di Croazia". È un lavoro che ha la pazienza della storia e che, al riparo da ogni pregiudizio ideologico, continua con semplicità implacabile a dare nome, cognome, data e luogo di nascita e data di morte a singole persone, fin ora 69.842 individui, dei quali 18.812 bambini, 18.453 donne, 32.577 uomini, tutti presenti in ordine alfabetico sulle lastre del soffitto del recente esemplare riordino museale che riusa, rovesciandone il senso, l’aritmetica dello sterminio. Ognuno, con le proprie indiscutibili generalità, “contribuisce” a formare la tabella riassuntiva, che alla fine del 2006 recitava, ancora in ordine alfabetico per nazionalità, 81 cechi, 3.462 croati, 10.700 ebrei, 10 italiani, 27 montenegrini, 747 musulmani, 2 polacchi, 14.599 rom, 5 russi, 39.580 serbi, 91 slovacchi, 197 sloveni, 4 tedeschi, 55 ucraini, 17 ungheresi, 265 ignoti. Il governo unitario del luogo, Spomen podrucje Jasenovac, cerca di coniugare, con risultati assai fertili: il lavoro di manutenzione accurata del vastissimo prato con lo stagno, i tumuli, il binario e i carri ferroviari; gli interventi necessari previsti nel monumentum anche per restituire alla “cripta” il carattere originario e la presenza cruciale dell’acqua nella corona ipogea; l’impegno per le iniziative educative, soprattutto verso le nuove generazioni, e per la ricerca che a sua volta alimenti il continuo arricchimento delle collezioni museali. La responsabilità gestionale è riferita al Ministero della Cultura della Repubblica Croata ed è affidata, con visione aperta, a un gruppo di studiosi e di operatori coordinati dalla direttrice, Natasa Jovicic, alla quale la giuria rivolge il più caloroso augurio e consegna il sigillo di Carlo Scarpa dedicato nel 2007 al Complesso memoriale di Jasenovac.