Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
XXIV edizione, 2013
La geologia è la chiave di lettura di questa terra e del suo paesaggio. Essa racconta il rapporto tra natura e cultura, sta alla base di una presenza umana che oscilla tra la fascia costiera, dove i radi insediamenti umani si sviluppano tra il mare e i pascoli, e l’ambiente più avverso dei vulcani, dei ghiacciai, dei deserti e del mondo sotterraneo. In questa terra in sé mutevole e mobile, collocata com’è sulla linea di congiunzione di due placche terrestri, la civiltà islandese nel corso della sua storia ha saputo dare un nome a ogni segno che compone la forma e la vita dei luoghi, siano essi ghiacciai o vulcani, manifestazioni della geotermia o cascate di ogni dimensione, rilievi orografici o faglie geologiche, e in questo modo è riuscita a conoscere il proprio paesaggio senza pretendere che fossero gli artifici dell’uomo a scandirne i punti significativi. Þingvellir, il luogo dell’assemblea parlamentare più antica del mondo (dal 930 fino al 1798), con la sua natura geologica e la sua storia è l’espressione più eloquente di questa condizione di conoscenza e cultura politica, di adesione tra un luogo e una coscienza collettiva. Nel panorama dei molti interrogativi di un rapporto, tra uomo e natura, che qui è alle prese con la incommensurabile forza di fenomeni vulcanici, geotermici e idraulici, e appare oscillante tra una sedimentata cultura di paesaggio e rapaci attitudini allo sfruttamento, Skrúður è un presidio che ci ricorda una delle possibili forme di convivenza tra queste due condizioni opposte, ricorrenti nel mondo contemporaneo. Non certo per il fragile e modesto componimento di forme che lo disegnano, ma per la lezione aperta di civiltà che qui, raccolta in un semplice recinto, si condensa. Nella terra delle “pietre che parlano”, Skrúður è un diverso modo di dare un nome a un luogo, e comunque proiettare nel futuro il valore dell’educare, passo imprescindibile di ogni processo che sviluppa una confidenza tra l’uomo e il suo luogo di vita. Skrúður è dunque il nucleo denso intorno al quale gravita un insieme di modi pratici e di significati simbolici universali del dialogo con la natura, un luogo di apprendimento e sperimentazione che nei suoi primi quarant’anni di vita (1909-1949) trascorsi accanto alla scuola, grazie allo sguardo costante di Sigtryggur Guðlaugsson e di sua moglie Hjaltlína, diventa un giardino. E continua, oggi, a rinnovarsi, grazie alle cure di un gruppo di uomini e donne che in anni più recenti se n’è fatto carico, lo ha sottratto all’abbandono per restituirlo nel 1996 alle visite e alla coltivazione. A queste donne e a questi uomini la Giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino si rivolge con un sentimento di profonda riconoscenza per l’alto valore maieutico della loro esperienza, e consegna al loro coordinatore, Brynjólfur Jónsson, presidente della Framkvæmdasjóður Skrúðs, il sigillo dell’impegno e del riconoscimento.