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la Fondazione per

Borse di studio “Gaetano Cozzi”

anno accademico 2004-2005


Antonella Carfora
Ricerche sui rapporti tra Olimpia e le colonie greche d’Occidente
Dottorato di ricerca in storia antica, Università Federico II di Napoli

Motivazione della giuria

La tesi ha «quale limite temporale il periodo arcaico», vale a dire, come è precisato nelle conclusioni, il «periodo compreso tra il VI secolo a.C. ed il V», e si articola in quattro capitoli, che illustrano, rispettivamente, La partecipazione di atleti magnogreci ai giochi olimpici, L’atleta e le vicende politico-militari della polis, Giochi isolimpici in Occidente e Olimpia e l’Elide, cioè, in quest’ultimo caso, i thesauroi eretti a Olimpia dalle città della Magna Grecia. La fonte principale della tesi è la «documentazione letteraria» integrata dai «dati desumibili dalle fonti archeologiche, numismatiche ed epigrafiche».
I pregi delle ricerche della dottoressa Carfora appaiono evidenti su un duplice piano: da un lato una ricostruzione certosina e un attento vaglio critico di episodi, rapporti, influenze, personaggi chiave, dall’altro la capacità di integrare gli elementi analitici in un quadro interpretativo di notevole respiro. Sul versante dell’analisi meritano di essere segnalate, nel primo capitolo, le pagine dedicate a Siracusa e in modo particolare al ruolo della componente elea (e quindi di Olimpia) nella sua fondazione; nel secondo capitolo spicca il ritratto a tutto tondo di uno dei più celebri atleti olimpici, Milone di Crotone; occupa la sezione maggiore del terzo capitolo un’accurata indagine sulle «presunte olimpiadi achee», in particolar modo dei giochi che si tenevano in occasione delle feste crotoniate del Lacinio; infine nel quarto capitolo appare assai accurata l’indagine circa la testimonianza di Pausania sui thesauroi di Olimpia.
Alla luce dell’intensità dei rapporti delle colonie greche d’Occidente con Olimpia la dottoressa Carfora ricostruisce una geografia che fa perno sulle colonie achee di Crotone e, in misura inferiore, di Sibari, mentre in Sicilia si guadagnano un indubbio rilievo Siracusa e Gela. Un altro risultato importante delle ricerche è la caratterizzazione dell’atleta della Magna Grecia come figura “eroica” «perfettamente integrata nel tessuto politico e militare della sua città», la quale non solo «incarna il connubio tra qualità atletiche e guerriere», ma talvolta è anche impegnata «in scontri che coinvolgono direttamente l’elemento divino»; è evidente sia «il carattere aristocratico dei valori atletici in Magna Grecia ancora maggiormente sottolineato dall’ostentazione dei legami con i ceti dominanti o dalla politica matrimoniale adottata da alcuni atleti», sia «l’influsso di un modello arcaico quale possiamo riscontrare anche nell’ideologia omerica».
Tale «influsso di un modello arcaico» emerge chiaramente anche quando la tesi vaglia «le implicazioni culturali e religiose» sottese alla pratica atletica, soprattutto i culti di Hera, di Achille e di Eracle. In particolare era in nome di Hera, una divinità di «ascendenze argive» e quindi in rapporto diretto «con l’Acaia di epoca omerica», che erano indette quelle feste del Lacinio, che «avevano per i Greci occidentali lo stesso valore simbolico dei giochi panellenici di Olimpia: manifestare la propria discendenza da un ethnos comune». Anche altre caratteristiche degli agoni occidentali, dai premi in denaro alla permanenza di elementi legati ai funerali, depongono a favore di una diretta derivazione dal mondo delle «aristocrazie omeriche». Olimpia assumeva così un triplice significato per le maggiori colonie achee della Magna Grecia: da un lato un palcoscenico che permetteva ad esse di «uscire dai ristretti confini del mondo cosiddetto “coloniale” e, in qualche modo, periferico», dall’altro un modello da imitare allo scopo di «assumere in Italia quello stesso ruolo panellenico assunto dalla città elea»; dall’altro ancora un recupero dei tratti “originari”, eroici, religiosi e culturali del mondo acheo.
L’originalità scientifica e le qualità analitiche ed espositive delle Ricerche sui rapporti tra Olimpia e le colonie greche d’Occidente hanno indotto la commissione a ritenere Antonella Carfora pienamente meritevole di ricevere il premio intitolato a Gaetano Cozzi.

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