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la Fondazione per

Borse di studio “Gaetano Cozzi”

Anno accademico 2002-2003


FABRIZIO FONTANI,
Giochi e giocatori a Siena in antico regime,

Facoltà di lettere, Università di Siena.


MOTIVAZIONE DELLA GIURIA

La tesi di laurea di Fabrizio Fontani si propone una ricognizione sul gioco d'azzardo nella Siena granducale. L'autore appunta l'attenzione soprattutto sui giochi di carte - di cui correttamente sottolinea la “rivoluzione” introdotta nella pratica ludica a partire dal secolo XV -, indagando ambienti e protagonisti, ma soprattutto la difficile opera di disciplinamento intrapresa dai responsabili di governo, addentrandosi con accortezza di analisi nel problematico e irrisolto rapporto fra spinte individuali e istanze pubbliche. Per questo periodo il ricorso a fonti di prima mano (raccolte legislative a stampa, bandi locali, suppliche, trattatistica giuridica), consente recuperi interessanti e significatvi.

Il tema complesso, all'incrocio fra discipline diverse, ha imposto all'autore di confrontarsi preliminarmente con lo status quaestionis, dando prova di saper controllare una bibliografia ampia e variamente connotata.

L'aspetto più originale e meglio documentato del lavoro, il disciplinamento dei giochi d'azzardo da parte dell'autorità pubblica (problematica che si riconnette a un'azione più generale di disciplinamento delle pratiche sociali contemporanee, che investì la società europea d'antico regime), è affrontato sul lungo periodo, operando anzitutto un utile recupero della situazione del precedente e più studiato periodo repubblicano, con l'alternanza fra interdizione e tolleranza e lo sfruttamento economico dell'azzardo attraverso l'istituto della baratteria pubblica.

Quanto all'indagine per l'età granducale, se ne sottolinea la continuità con il periodo precedente (per quel che attiene soprattutto ai presupposti normativi e ai comportamenti procedurali), ma soprattutto la crescita del controllo statale attraverso l'introduzione dell'imposta e della bollatura delle carte da gioco, che porteranno a iscrivere l'azzardo sempre più, come è stato sottolineato, in una normativa di tipo economica. Si tratta di un argomento, di grande interesse, soprattutto per quel che attiene alla fiscalità pubblica, con non pochi interrogativi irrisolti e meritevole, quindi, di ulteriori indagini. Le vicende politico-istituzionali di Siena (l'annessione allo stato mediceo a metà del Cinquecento), hanno indotto correttamente l'autore a riferirsi costantemente alla realtà fiorentina nell'intento di evidenziarne discordanze e punti di contatto. Il governo di Pietro Leopoldo (al culmine del periodo esaminato) rappresenta un momento di crescita ulteriore del controllo pubblico sulla sfera ludica ed è indizio di processi più generali di accentramento statale: la riorganizzazione legislativa, estesa a tutto il granducato, attraverso l'emanazione della legge “quadro” del 1773 e le norme penali contenute nella Leopoldina del 1786 sono le novità indagate in questo lavoro anche attraverso puntuali richiami alla letteratura penale contemporanea.

Molto opportunamente l'autore non può non sottolineare, in chiusura, lo scarto esistente nella realtà fra elaborazione normativa e prassi giudiziaria, recuperandolo dalle suppliche dei condannati per gioco illecito.

Per il quadro di sintesi offerto, ricostruito anche su fonti di prima mano, e soprattutto per i nuovi e originali risultati relativi alla regolamentazione del gioco in un periodo e in un contesto poco indagati, raggiunti con rigore scientifico, la commissione unanime ha ritenuto il lavoro di Fabrizio Fontani meritevole di ricevere una delle borse di studio intitolate a Gaetano Cozzi e riservate alle tesi di laurea.










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