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La scuola avrebbe avuto un luogo (pubblico) e un mecenate (privato). E poiché il luogo stava ai piedi dei colli asolani, Assunto aveva proposto di intitolarla a Pietro Bembo. Nonostante avesse un luogo, un mecenate, un indirizzo scientifico e formativo peculiare e un nome, la scuola non si è fatta (non è qui la sede per raccontarne i motivi), ma resta un tema all’attenzione. Abbiamo intanto messo in moto iniziative pertinenti alla “questione del governo”, dalla costruzione di una biblioteca specializzata all’elaborazione di pubblicazioni, dall’organizzazione di seminari alla sperimentazione di laboratori. Dal 1990 è stato possibile tentare annualmente qualcosa di più impegnativo: un corso e un premio. Il corso si è configurato come faticoso ma fertile seminario itinerante, in aree geografiche delimitate, destinato a studiosi, operatori, figure professionali provenienti da esperienze e specialismi diversi.
I corsi, i seminari, le conferenze pubbliche, i laboratori, le pubblicazioni, il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, intendono contribuire a elevare e diffondere la cultura di “governo del paesaggio”, come fissato dallo stesso regolamento del premio, «che si propone come occasione e strumento per far conoscere, al di là dei confini delle ristrette comunità di specialisti, il lavoro intellettuale e manuale necessario per governare le modificazioni dei luoghi, per salvaguardare e valorizzare i patrimoni autentici di natura e di memoria; lavoro ancora privo di statuto scientifico e di curriculum formativo, nel quale confluiscono le scienze, le tecniche, le arti e i mestieri più diversi; lavoro che si svolge attraverso l’identificazione dei segni e dei caratteri costitutivi dei siti e la conterminazione dei loro ambiti; lavoro che prevede atti creativi, programmi lungimiranti di rinnovo, pratiche quotidiane di cura e manutenzione, norme che regolano la convivenza, nello stesso luogo, di patrimoni naturali, sedimenti culturali e presenze umane; lavoro che rifugge da ogni fenomeno effimero o ricerca d’effetto che trova il suo difficile parametro nella lunga durata; lavoro che ricerca l’equilibrio tra conservazione e innovazione, in condizioni di continua mobilità del gusto e di permanente trasformazione del ruolo che la natura e la memoria esercitano nelle diverse civilizzazioni e fasi storiche».