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La produzione tessile nelle Venezie in età romana

ricerca a cura di Fabio Vicari


La ricerca, tesa ad approfondire lo studio della produzione dei tessuti nel territorio dell’antica Regio X Venetia et Histria nel periodo romano, si è svolta tra il 1996 e il 1997. Vicari ha preso le mosse dalla propria tesi di dottorato, Aspetti della produzione tessile nell’Occidente romano, nella quale si è proceduto allo studio dell’economia tessile romana.

L’economia tessile romana deve essere intesa come una struttura complessa, che comprendeva una catena artigianale suddivisa in differenti fasi di lavorazione. La produzione domestica era solo un complemento di quella artigianale, nella realtà quotidiana molte famiglie acquistavano sul mercato i tessuti per l’abbigliamento e per l’arredamento. L’artigianato tessile romano possedeva già buona parte delle caratteristiche tecniche e organizzative che ritroviamo nell’economia tessile medievale.

Già in età romana alcune regioni europee avevano sviluppato una vocazione peculiare alla produzione di tessuti di diverso genere e qualità. I tessuti di lana, lino e anche seta prodotti nelle regioni dove l’economia tessile era più sviluppata venivano esportati nelle province più lontane, a centinaia di chilometri di distanza. Le fonti storiche romane, in primo luogo Strabone e Plinio il Vecchio, evidenziano l’importanza della produzione di tessuti e fibre di alcune aree della Regio X augustea. Padova riforniva di vesti i mercati delle città italiche, l’artigianato tessile patavino e quello veronese erano famosi per la produzione del lodix un tessuto di lana adatto ai climi rigidi; inoltre Padova era famosa anche per la gausapa, un tessuto pesante di tipo arricciolato. La regione di Altino produceva ottime e costose lane candide; ad Aquileia è segnalata la presenza di una corporazione di vestiarii, cioè di produttori e mercanti di vesti. Le iscrizioni di carattere funerario e dedicatorio rinvenute nelle Venezie attestano la presenza di artigiani e mercanti qualificati con una terminologia precisa: vestiarii, lanarii, purpurarii (tintori in porpora), lintiarii (tessitori di lino). Le condizioni climatiche non consentono la conservazione di frammenti significativi di tessuti, abbiamo dunque pochissime testimonianze dirette di stoffe romane.

Sono state schedate e analizzate le fonti storiche e archeologiche relative all’economia tessile delle Venezie romane. La ricerca ha messo insieme un adeguato repertorio di fonti archeologiche nel quale sono stati raccolti i dati relativi ai resti di utensili e strumenti del lavoro tessile.

I risultati del lavoro sono contenuti nella relazione di ricerca di Fabio Vicari, Produzione, commercio e consumo dei tessuti nelle Venezie romane (Regio X, Venetia et Histria) del 1997, depositata presso la biblioteca della Fondazione Benetton Studi Ricerche e consultabile su richiesta. Si tratta di un contributo originale agli studi sulle Venezie romane; la bibliografia non registra infatti la presenza di uno studio esaustivo sull’economia tessile del periodo.










 

ricercatore

Fabio Vicari

 
 
FONDAZIONE BENETTON STUDI RICERCHE
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