La proprietà ecclesiastica nel Trevigiano, secoli XVI-XVII

ricerca a cura di Anna Pizzati


Il tema della proprietà ecclesiastica costituisce uno strumento interpretativo importante per capire le società d’antico regime. Consente di analizzare quali erano i sistemi di finanziamento del servizio ecclesiastico e chi usufruiva delle rendite ricavate da tali beni. Studiare le proprietà della Chiesa non significa tuttavia affrontare soltanto gli aspetti relativi all’organizzazione ecclesiastica.

Questi beni, grazie all’istituto della manomorta, erano inalienabili e sottratti alle regole del mercato: costituivano dunque delle rendite privilegiate. La presenza della proprietà ecclesiastica incideva in modo sostanziale sulla struttura sociale ed economica di tutta la società trevigiana. Lo stesso sistema agrario risentiva della forte presenza di beni ecclesiastici, sia a livello paesaggistico sia nei rapporti di conduzione.

Nonostante la normativa prodotta dalla Repubblica di Venezia tentasse di ostacolarne l’espansione, le proprietà della Chiesa aumentarono in modo massiccio nel corso del medioevo e dell’età moderna. Ogni intervento legislativo in materia ha un significato non solamente sociale ed economico, ma sposta la questione su un piano esplicitamente politico, con inevitabili ripercussioni nel rapporto tra Roma e Venezia.

Sono questi gli aspetti che vengono indagati in questa ricerca, la cui base documentaria di partenza è l’estimo generale di metà XVI secolo, che censisce le proprietà del Trevigiano.









ricercatore

Anna Pizzati

Fondazione Benetton Studi Ricerche
/ en.fbsr.it stampa del 23 novembre 2024