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la Fondazione per

Il Veneto oltre l'Oceano. Storia e antropologia di un'emigrazione

ricerca collettiva


La ricerca prevedeva un confronto tra le realtà di partenza e quelle ricreatesi “oltre l’Oceano” nelle immense terre brasiliane. Così nell’estate del 1995 i ricercatori hanno effettuato una serie di rilevamenti nello stato del Rio Grande do Sul, dove particolari condizioni storiche e ambientali avevano consentito, dopo oltre un secolo dall’emigrazione, la conservazione in area rurale di una cultura con caratteristiche simili a quella che gli emigranti avevano portato dall’Italia. Sia attraverso uno spoglio sistematico negli archivi (soprattutto l’Arquivo Municipal di Caxias do Sul), sia attraverso ricerche sul territorio (Municipios di Caxias e di Nova Prata), seguendo i discendenti di quelle famiglie provenienti dai paesi indagati, è stato possibile raccogliere un’ampia documentazione.

È interessante rilevare che i veneti immigrati in Rio Grande do Sul si trovarono a fronteggiare numerosi problemi di adattamento ambientale e socio-economico. I lotti assegnati erano ricoperti di foresta vergine, con piante e animali sconosciuti, l’isolamento rispetto ai pochi centri abitati era forte, l’assistenza medica era inesistente. I primordi della colonizzazione furono durissimi. Le comunità cominciarono ad aggregarsi intorno alle capèle, quasi sempre dedicate ai santi più venerati nelle aree italiane di partenza, e a coltivare i terreni strappati alla foresta, puntando su una policoltura di inconfondibile matrice veneta: mais, frumento e vite. Quest’ultima in particolare conobbe uno sviluppo considerevole, diventando una voce importante nell’economia della regione. L’ampia disponibilità di terra e di cibo e l’abbassamento dell’età media del matrimonio, favorirono un notevole incremento demografico. La lingua di comunicazione e il patrimonio culturale, le consuetudini alimentari, la ritualità religiosa e profana portati dai pionieri, si conservarono per molti anni, subendo tuttavia interessanti adattamenti in rapporto alle condizioni ambientali e all’influenza di famiglie emigrate da altre regioni dell’Italia settentrionale. Anche la presenza dei gaùchos di altri gruppi etnici nelle zone di immigrazione italiana, concorse alla formazione di una cultura originale e in continua evoluzione. Un esempio interessante in questo senso è la koinè dialettale, tuttora parlata nelle zone rurali, che, accanto a parole venete, accoglie, trasformandoli, alcuni prestiti dal portoghese. Nel periodo di permanenza in Rio Grande do Sul è stato possibile registrare racconti toccanti sui primi tempi dell’immigrazione e sull’Italia, e documentare, con gli strumenti dell’antropologia visiva, gli sguardi, i gesti, il modo di vivere di questi italo-brasiliani così lontani da noi eppure così vicini.

 


 

supervisione
Gaetano Cozzi

 
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