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la Fondazione per

Luoghi del paesaggio e del paesaggismo scandinavo


È un’esperienza della quale la nostra cultura si è occupata con oscillazioni e carenze vistose, dalla quale non è stata contagiata e nemmeno scalfita. C’è stata una fase, legata alle grandi trasformazioni italiane di fine anni cinquanta, che ha concentrato l’attenzione sul design, letteralmente copiando, e sulla “questione delle abitazioni”, ideologicamente discutendo la gestione socialdemocratica delle città e i nuovi quartieri. Poi sempre meno e, di paesaggio, nulla. Fino alla metà degli anni ottanta quando, con l’inizio di una riflessione paesaggistica, è riapparsa (non più che) una curiosità per questi lontani paesi.

Riproporre perciò, oggi, conoscenza e magistero del paesaggismo nordico, vuol dire innanzitutto misurarne l’alterità (togliendo ogni illusione di imitabilità) e cercare di raffigurarne l’autonomia. Che è riconoscimento, a sua volta, dell’autonomia del paesaggio, come identità dei luoghi, commensurabilità e conterminabilità degli spazi aperti. E, dunque, conoscibilità, rappresentabilità e, alla fine, governabilità delle modificazioni delle forme del paesaggio. Insomma, la Scandinavia ci fa prendere atto dell’esistenza stessa del paesaggismo. Ci permette di capirne l’autonomia scientifica, artistica e operativa.

Emerge, anzi, una vera e propria tradizione nordica del disegno e del governo del paesaggio, che ha saputo trasferire in prassi concrete, aggiornandole, percezioni profonde, stati d’animo radicati che costituiscono elementi di identità di intere popolazioni e ora si offrono non più con il fascino ambiguo del modello ma col rigore del metodo utilizzato per raggiungerlo.
(dalla nota dei curatori al volume Scandinavia)

 

 

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1994, quinto corso

20 agosto - 3 settembre

viaggio e seminario

coordinamento, relatori, partecipanti

I materiali del corso sono stati successivamente raccolti e pubblicati nell’ambito della collana “Memorie”, nel volume miscellaneo Scandinavia. Luoghi, figure, gesti di una civiltà del paesaggio, a cura di Domenico Luciani e Luigi Latini, con un’intervista/postfazione di Sven-Ingvar Andersson,
Fondazione Benetton Studi Ricerche-Canova, Treviso 1998 (292 pp., 130 ill. col. e 256 b/n, ISBN 88-8706-117-3).

 
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