Cappella di OtaniemiPremio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino |
Cappella di Otaniemi (fotografia di Winfried Zakowski, Siren Arkkitehdit Oy, Helsinki) |
Motivazione della giuria
Un piccolo capo d’opera degli architetti Kaija (1920-2001) e Heikki (1918-) Siren, la Cappella di Otaniemi, trova posto dalla metà del Novecento in una radura dentro un brano di foresta nel punto più alto della penisola nella quale in quello stesso periodo viene trasferito il prestigioso Politecnico di Helsinki. Le magistrali essenzialità e trasparenze dell’architettura restituiscono alla natura il compito di mostrare il sacro, e danno senso e misura a uno spazio di esperienza educativa, spirituale e sociale, culturale e musicale, per l’intera comunità di famiglie e di studenti. Natura, architettura, società si incontrano così in questo mirabile crogiuolo di forma e vita; luogo al quale la Giuria, all’unanimità, ha destinato il sigillo del XX Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino.
Sono qui leggibili i caratteri fondativi di una antropologia che trova nella natura, e in particolare nella foresta, che ricopre due terzi del territorio finlandese, la principale fonte di vita, il legame più duraturo e profondo con la propria storia, e perfino il rifugio rasserenante e contemplativo. Nella scala minuta di un’opera commissionata da un’Associazione di studenti, nella luce sobria e obliqua dei suoi spazi, colpisce innanzitutto la primazia della natura, e quasi il panteismo, che è nelle pietre e nei muschi, nel mare che appena si intravvede oltre la foresta e le case, nei mattoni e nei legni di cui è fatto l’edificio, e nella geometria di linee verticali parallele con le quali gli abeti e le betulle danno misura e cadenza allo spazio dell’uomo.
Il compito ierofanico della natura si fa leggibile, addirittura proclamato, con un linguaggio di segni e simboli che trasmettono significati arcaici e universali. L’apparato iconografico devozionale è sostituito da una vetrata che occupa l’intera parete dell’abside. La foresta viene così convocata a sorpresa nell’assemblea, nel ruolo di protagonista nell’aula rettangolare della chiesa; ruolo sottolineato dall’analogia dei tronchi e dei rami con i puntoni di legno e i sottili tiranti obliqui delle travi. Natura e architettura dispongono delle stesse materie eppure restano figure radicalmente diverse. Nella loro alterità entrano in dialogo e vanno a far parte dello stesso luogo, definendone, insieme, le misure di spazio, di tempo, di luce, di suono, di silenzio che conducono verso un’esperienza percettiva di singolare dilatazione e intensità.
Accendendo l’attenzione su un luogo imperniato su una chiesa, la Giuria intende anche segnalare la ricchezza e la qualità del catalogo di casi connotati da recenti iniziative di architettura religiosa e di complessi parrocchiali in Finlandia. La Cappella di Otaniemi non è un caso isolato in un’area geoculturale nella quale l’arte contemporanea è impegnata con particolare attenzione alla ricerca del senso del sacro. La Giuria ha potuto visitare alcuni risultati di altissima qualità di questa ricerca, a partire dalla Cappella della Resurrezione nel cimitero di Turku, di Erik Bryggman negli anni 1938-1941, per passare ad alcune opere di Alvar Aalto e arrivare fino ai recenti lavori di Aarno Ruusuvuori a Tapiola e Juha Leiviskä a Myyrmäki; e ha potuto riflettere sui diversi modi con i quali viene cercata la tensione dell’architettura finlandese verso “l’indicibile”.
La natura, l’architettura, lo spazio, il tempo, la luce, le materie di cui è fatto, il posto che occupa, assumono a pieno il valore di luogo solo nel momento in cui è presente e attiva una comunità che vi si riconosce e che ne è responsabile. Qui sono contemporaneamente presenti una comunità parrocchiale nella tradizione della Chiesa protestante e una comunità legata alla storia dell’Università, a sua volta istituzione che interseca la storia della Finlandia e costituisce una delle principali fonti di elaborazione dell’idea di nazione e di energia per la sua costruzione fin dalla metà del XIX secolo.
L’Università tecnologica, fondata nel 1849 ha vissuto per oltre un secolo nel centro della città, e ha trovato posto a Otaniemi nel secondo dopoguerra, con un piano di Alvar Aalto, vincitore del concorso del 1949 e autore sul posto di alcune delle sue opere più note, e con edifici progettati e realizzati da vari architetti, tra i quali i Siren, Kaija e Heikki, e i Pietilä, Raili e Reima. L’esigenza di un centro di vita religiosa e comunitaria, non previsto dal piano, nasce dai primi gruppi di studenti trasferiti nelle case che erano servite nel 1952 per ospitare gli atleti delle Olimpiadi. Sono gli studenti, organizzati in Associazione dal 1947 nella Ristin Kilta (Gilda della Croce), a raccogliere ingegnosamente i fondi e a incaricare gli architetti. L’opera è inaugurata nel 1957. Dal 1960 al 1965, la Cappella di Otaniemi è stata utilizzata dalla Parrocchia di Tapiola, il quartiere contiguo, parte di Espoo, una delle due grandi espansioni di Helsinki cresciute in quegli anni. Nel 1972 l’Associazione degli studenti la cede alla Parrocchia, garantendone il ruolo e il titolo originario, così che il parroco è anche cappellano universitario. Il 22 luglio 1976 un incendio doloso danneggia gravemente la chiesa che nel biennio successivo viene restaurata dagli stessi architetti Siren.
Questo piccolo compendio svolge dunque un ruolo attivo di incontro tra diversi gruppi sociali e diverse esigenze formative, in un Paese nel quale vige un rapporto collaborativo tra uno Stato moderno e una Chiesa Evangelica. Mentre la proprietà e il governo della Cappella sono parrocchiali, l’area circostante è proprietà dello Stato e fa parte dell’Università, Alma Mater, responsabile del campus e moralmente impegnata per la salvaguardia del luogo. La Giuria rivolge un rispettoso ma caloroso appello alla Parrocchia affinché verifichi se le esigenze funzionali pertinenti al progettato corpo di fabbrica possano trovare adeguato accoglimento in una ubicazione meno contigua alla corte del campanile; ed estende l’appello al Rettorato dell’Università e all’Associazione degli studenti per la cura dei percorsi veicolari e pedonali e per la manutenzione dei dintorni con l’auspicabile allargamento dell’area di tutela. È compito di tutti i responsabili, nelle diverse misure e modalità, salvaguardare il carattere discreto, sobrio, silenzioso, che coinvolge quanti vivono, studiano e lavorano nella penisola, e ne fa per tutti uno spazio di crescita, equilibrio e meditazione.
La Giuria affida il sigillo scarpiano dedicato alla Cappella di Otaniemi alla Federazione delle Parrocchie di Espoo, esprimendo il più caloroso augurio di buon lavoro, esteso a tutte le collaboratrici e i collaboratori nei diversi campi della teologia, dell’educazione e della musica; un buon lavoro, quotidiano e sereno, fatto com’è di pensieri altissimi e pratiche semplici, di gesti quieti e cure accoglienti, di porte aperte all’incontro con un senso della natura che dialoga con la sfera del sacro, con una attitudine inventiva all’incrocio tra innovazione e tradizione, con una condizione umana esposta tra scienza e fede; all’incontro insomma con un raduno di cose, idee, esperienze che aiutano a orientarsi nel mondo.
giovedì 7 maggio 2009 ore 18 inaugurazione della mostra sui primi diciannove premi
venerdì 8 maggio 2009 ore 9.30-18.30 seminario sui diciannove premi ore 18.30 inaugurazione della mostra sul luogo designato nel 2009
sabato 9 maggio ore 10-13 seminario pubblico sul luogo designato nel 2009 ore 17-19 cerimonia di consegna del premio
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Fondazione Benetton Studi Ricerche
/ en.fbsr.it stampa del 22 novembre 2024
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