un programma per la salvaguardia e la valorizzazione dell’Isola Polvese del Trasimeno
L’isola Polvese nel lago Trasimeno esprime esemplarmente il legame di paesaggio naturale e paesaggio umano costituitosi nell’arco di due millenni. Nel 1973 la Provincia di Perugia ha acquisito l’isola (64 ettari) dalla famiglia Citterio che l’aveva in precedenza affidata a un intervento, ancora leggibile, di Pietro Porcinai. La nuova proprietà pubblica ne fa un uso prevalentemente stagionale, legato al turismo e a occasionali presenze scolastiche.
Il programma di salvaguardia e valorizzazione dell’isola proposto dal gruppo di lavoro, che ha soggiornato e lavorato in situ per circa due settimane, ha indicato ai responsabili un itinerario delle cose da fare. L’opzione principale è riconosciuta nella necessità di una piccola comunità fissa, che viva, studi e lavori in continuità nell’isola. Ne derivano varie proposte di riordino e riassetto degli spazi dell’isola, dai percorsi ai giardini, dalle tenute agricole fino agli edifici, incoraggiando un nuovo uso delle parti coltivate e dei monumenti storici dislocati nei vari punti dell’isola. È stata proposta la dismissione dell’attuale imbarcadero a sud e il riuso di quello storico a nord, ottenendo così un vasto campo lacustre disponibile all’estensione del fragmiteto verso l’ambiente omologo intorno al golfo di San Savino (sud est).
Le opzioni suggerite e il loro perseguimento hanno messo in evidenza quanto importante sia il presupposto di un governo unitario dell’isola. I risultati sono stati raccolti in un dossier, l’Atlante Polvese, consultabile presso la biblioteca della Fondazione, pensato e realizzato come un vademecum provvisorio ma utile per chi voglia realizzare interventi consequenziali e programmati.