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la Fondazione per

Borse di studio “Gaetano Cozzi”

edizione 2013


GABRIELE FERRI

dottorato di ricerca in Discipline semiotiche, Università di Bologna

Il Gioco con(tro) l’automa. Procedure, habit, competizione, trasposizione: dialogo tra semiotica e game studies

 

 

Motivazione della giuria

La tesi del dottorato di ricerca di Gabriele Ferri in Discipline semiotiche (XXIII  ciclo, tutor Giovanna Cosenza, Istituto italiano di scienze umane, Università di Bologna), appare di particolare interesse non solo perché si propone di favorire, come recita il sottotitolo, un «dialogo tra semiotica e game studies», ma anche perché il tema del dialogo, in questo caso «inter-culturale» e «transnazionale», contraddistingue altresì il contributo dell’autore, un affermato urban game designer , alla pratica dei giochi.

Argomento della tesi è il gioco elettronico, «una forma di intrattenimento assai diffusa» e di notevole rilevanza economica anche in Italia (p. 10) (informazioni aggiornate indicano che la penisola è diventata in questo settore il quarto mercato europeo con una spesa che, a seconda delle stime, oscilla tra uno e due miliardi di euro), «una forma di intrattenimento» che ha alle spalle circa mezzo secolo di storia e che da una trentina d’anni è oggetto di studi accademici. Ferri ricostruisce in maniera assai convincente e informata il dibattito, che ha accompagnato l’affermazione dei videogiochi, in particolare la contrapposizione tra la linea ‘narratologica’, che ha applicato ai nuovi giochi gli schemi adottati

in precedenza per alcuni generi letterari, dal teatro alla fiaba, e quella ‘ludologa’, che ha invece tentato di prescindere dalla narrazione e, in genere, dall’impostazione umanistica ed ha invece insistito sulla specificità di quelli che sono stati definiti ‘cybertexts’.

La tesi si propone di superare la contrapposizione tra le due linee, facendo perno, da un lato, sull’informatica (di qui, ad esempio, le nozioni centrali di ‘automa’ e di ‘procedura’) e, dall’altro, sulla semiotica, in particolar modo sulla scuola parigina di Algirdas Julien Greimas e su quella americana di Charles Sanders Peirce (da cui riprende, tra l’altro, il concetto di ‘habit’). Seguendo e facendo interagire gli itinerari dei filosofi e delle macchine, Ferri getta nuova luce su una serie di problemi e di aspetti relativi ai videogiochi, che finora non avevano trovato spiegazioni soddisfacenti. Ad esempio, «la profondità descrittiva permessa da uno sguardo semiotico» lo induce ad avanzare la tesi che «il maggiore agonismo», che contraddistingue i giochi elettronici, «sia parte di un meccanismo per compensare [...] tanto l’incremento dei vincoli procedurali quanto la perdita di libertà d’azione dell’utente rispetto a pratiche ludiche simili ma non mediate informaticamente» (pp. 9-10); nello stesso tempo fa presente che «la frequenza di giochi principalmente agonistici» riflette anche «la difficoltà di programmare coi mezzi tecnici

 attuali ambienti videoludici poco costrittivi» (p. 238).

Le qualità espositive, che hanno consentito di assorbire i tecnicismi dei gerghi disciplinari all’interno di una nitida ricostruzione d’insieme, l’assimilazione personale di un’ampia e disparata bibliografia e l’originalità dell’analisi hanno indotto la commissione a ritenere la tesi di dottorato di Gabriele Ferri pienamente meritevole di ricevere la borsa di studio intitolata a Gaetano Cozzi.

 

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