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la Fondazione per |
Pietre, prigioni e petali di rosa |
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letture e musica a cura di Zelda compagnia teatralegiovedì 24 novembre 2011 Malamore. Esercizi di resistenza al dolore di Concita De Gregorio In occasione della giornata internazionale sulla violenza contro le donne, un reading che racconta storie vere di donne che cercano di resistere ad abusi quotidiani. Un’indagine appassionata e dolorosa sul rapporto uomo-donna. «Le donne hanno più confidenza con il dolore. È un loro compagno di vita, è un nemico tanto familiare da essere quasi amico. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformarlo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza».
giovedì 15 dicembre 2011 Le mie prigioni di Silvio Pellico «Questo libro costò all’Austria più di una guerra persa» così il cancelliere austriaco Klemens von Metternich commentò il successo del memoriale di Silvio Pellico sui suoi dieci anni di prigionia nel duro carcere dello Spielberg a Brno. Testo cardine del Risorgimento, a distanza di quasi due secoli costituisce una riflessione attualissima sui diritti umani e sulla libertà attraverso le memorie di un uomo condannato perché colpevole di sentirsi italiano. «Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov’ella sta, e parlo d’altro».
giovedì 9 febbraio 2012 La Foiba Grande di Carlo Sgorlon La storia dello scultore Benedetto Polo e degli abitanti di Umizza, immaginario paese Istriano, travolto dalla Seconda Guerra Mondiale. Il lucido resoconto di un eccidio causato dalla volontà di vendetta in nome dell’ideologia. «Perché quando gli uomini uccidono, bruciano i cadaveri, o li gettano in foiba, lo fanno da sonnambuli, mentre sono in preda degli incubi e dei deliri della storia. Poi, quando si svegliano, le guerre finiscono, e il grand guignol della storia si muta in commedia, allora non credono più a quello che hanno fatto, si figurano d’aver sognato, e diffondono la notizia che si tratta soltanto di fantasia e leggenda».
giovedì 19 aprile 2012 BEDRÒS o il resto della spada di Filippo Tognazzo collaborazione alla drammaturgia di Antonia Arslan Prima. Prima c’è il sole e una nuvola di schiuma fiorisce sui rami dell’albicocco. Inizia così la storia del giovane armeno Bedròs, mentre assieme ai cugini gioca sotto un pruno selvatico all’inizio della primavera del 1915. In pochi giorni, però, Bedròs si ritrova deportato lontano da casa, mentre assieme alla madre e al fratello Kirkor attraversa la piana torrida di Urfa. Scampato al massacro della carovana su cui viaggiava, trova rifugio prima presso due vecchi pastori curdi, quindi presso la casa di un ricco turco di Diyarbakir. Da lì inizia una nuova fuga verso il porto di Smirne in compagnia della greca Clio attraverso cattedrali sotterranee, incubi e imprevedibili incontri.
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